Chiaramonte Gulfi, un assolato lunedì di luglio.

Un’altra giornata che, già dalle prime luci del mattino, ci ricorda che anche oggi le temperature saranno impietose e costringeranno un po’ tutti a correre ai ripari come meglio possono, alla ricerca di un agognato refrigerio.

 

Sala Sciascia non ha impianto di climatizzazione ma, considerata l’ora (sono le 18:00 circa) e considerato che ci troviamo all’interno di un edificio che è stato originariamente una Chiesa di antica costruzione, tutto sommato non si sta male.

 

L’ occasione che ci vede ospiti della Sala Sciascia è legata a una delle iniziative organizzate nell’ambito della Giornata Mondiale del Rifugiato edizione 2024.

Nell’ottica propositiva che caratterizza il nostro operato infatti, quest’anno abbiamo pensato di organizzare un incontro con le associazioni del territorio e con la cittadinanza tutta, per esporre la nostra idea relativa alla creazione di un centro aggregativo a Chiaramonte Gulfi.

 

È bene dirlo subito: siamo soddisfatti della risposta della comunità:

sono presenti giovani desiderosi di capire, genitori in cerca di spazi più sicuri dove sapere i propri figli e semplici cittadini curiosi ma anche interessati a ciò che può tenere viva la comunità.

Presente l’amministrazione comunale nella persona dell’Assessore Adriana Iacono, e il nostro partner di progetto  Associazione Don bosco 2000 rappresentata da Maria Teresa Cordoba.

E sono presenti pure i rappresentanti di alcune delle realtà associative del territorio che si spendono costantemente e a vario titolo, per infondere vitalità ad una comunità che, anche fisiologicamente e per via delle “dimensioni ridotte”, troppo spesso soffre del silenzio delle viuzze ormai disabitate e della latitanza dello spirito di condivisione.

 

Dopo il benvenuto e i saluti di rito da parte di Donata Stracquadaini, Presidente di Fo.Co. e di una breve presentazione dei progetti SAI, a cura di Flavio Scrofani, direttore del Progetto SAI di Chiaramonte, verso le 18:45, Marta Laterra e Giovanni Calabrese, chiamati a moderare l’incontro, introducono gli interventi di Alessandro Brullo e Martina Morando, principali relatori.

Il concetto e la conseguente idea progettuale sono molto semplici:

creare un centro di aggregazione per le associazioni e per i giovani, sfruttando le opportunità offerte dal progetto SAI (Sistema accoglienza e integrazione), progetto del Ministero dell’interno e del Comune di Chiaramonte Gulfi, con i fondi destinati ad essere utilizzati per realizzare attività ad alto impatto sul welfare locale.

Le persone ospiti del progetto SAI sono titolari di protezione internazionale (a seguito delle proprie vicissitudini personali) e seguono un percorso di integrazione, cercando di contribuire essi stessi alla crescita sociale ed economica della comunità che li accoglie.

 

Il centro potrebbe essere riferimento fisico per le associazioni che oggi si appoggiano qua e là perché magari sprovviste di una loro sede e potrebbe diventare uno spazio in cui proporre e vedere crescere le proprie attività.

 

Contestualmente potrebbe essere il centro stesso a farsi promotore di iniziative proprie, di carattere culturale, ricreativo e perché no, anche vocazionale, funzionali alla crescita personale e professionale di ciascuno.

 

Dalle risposte infatti ad un questionario online, somministrato in collaborazione con la consulta giovanile a partire dal 1° maggio e per i successivi 15 gg, la maggior parte degli intervistati ha risposto di accogliere positivamente l’idea della nascita di un luogo che proponga spazi di co-working, di ascolto, corsi professionalizzanti, orientamento scolastico e professionale: insomma, attività a 360°, che hanno tutti come comune denominatore il carattere aggregativo.

 

E anche Sergio D’angelo, Peppe Bellio, Sergio Failla, Sebastiano Gurrieri, Giovanni Filesi in rappresentanza delle rispettive associazioni, si sono detti favorevoli e disponibili ad approfondire la questione fattivamente e a mettere in campo forze e strumenti, affinché si passi dalle parole ai fatti.

 

Convinti di aver tutti insieme posato la prima pietra per la costruzione di qualcosa di importante, dopo una pausa di qualche minuto, ci mettiamo comodi per la seconda parte della nostra giornata: “One Way”, “Sola andata”, lo spettacolo teatrale diretto e adattato dal regista Alessandro Romano, language coach Federica Bisceglia, ispirato al romanzo di Erri De Luca, appunto “Solo Andata”, come esito finale del Laboratorio “Drama Lab” promosso dall’Istituto G.B. Vico-Umberto I-Gagliardi di Ragusa; il racconto è quello di un viaggio allucinante che un gruppo di migranti, partiti dall’Africa su barconi improvvisati, deve affrontare per approdare in Italia.

Cupo a tratti, indiscutibilmente bravi gli attori (che hanno recitato in 4 lingue diverse), meravigliosa colonna sonora, è un vero e proprio gioiello che vale la pena vedere.

 

Fatti i dovuti ringraziamenti ai docenti dell’I.I.S. “G.B. Vico – Umberto I – R. Gagliardi”, Prof.ssa Giliberto e Prof.ssa Minardi, e a tutti gli intervenuti, la giornata si chiude con un momento conviviale: un’apericena, a cura del Bar Arena che, oltre ad offrire ai partecipanti e non, un momento di relax e ristoro, ha anche lo scopo di favorire il networking tra i partecipanti: le idee, il confronto, lo scambio, la condivisione.