Mazara del Vallo rappresenta uno dei primi agglomerati urbani che ha accolto il maggior numero di immigrati in relazione alla popolazione residente. Oggi si contano circa 2600 immigrati residenti regolari, su un totale di 55.000 residenti ma, oltre ad essi, ve ne sono molti altri che vivono in situazione di irregolarità amministrativa. Essi provengono prevalentemente dai paesi del nord Africa e non mancano insediamenti di ROM, profughi dai paesi in guerra, cinesi e, certamente non ultimi, tutti coloro che continuano a giungere con i barconi sulle coste del territorio. Grazie alla sua capacità di accoglienza della diversità, Mazara è uno dei simboli principali dell’integrazione pacifica dell’altro sul territorio nazionale, tanto da essere stata giustamente recentemente definita “una piccola Gerusalemme”. Proprio per la grande valenza simbolica della città, la capacità di accoglienza dello straniero e la sua anima mediterranea, si presta a un progetto fortemente innovativo nell’accoglienza dei minori migranti.
Il progetto si rivolge prevalentemente ai bisogni di una fascia particolarmente fragile tra i Minori Stranieri Non Accompagnati, ossia i minori più giovani, con età da 0 a 15 anni. Si tratta di una minoranza, ossia circa il 18% del totale dei MSNA in arrivo in Italia. Ad ogni modo il progetto è rivolto ai bisogni di tutti i MSNA, anche quelli di età compresa tra i 15 e i 18 anni, che potranno essere beneficiari del progetto stesso, che prevede l’accoglienza dei minori in famiglie affidatarie, in particolare per i minori di fascia più giovane, parte fondamentale e integrante di tutte le azioni progettuali.
Questi minori, visto la fragilità connaturata alla loro giovane età, sono particolarmente esposti ai rischi della cosiddetta “cattiva accoglienza”. Collocati spesso in strutture di prima accoglienza che non tengono conto della distribuzione per fasce di età, sono esposti ai rischi derivanti dalla commistione a ragazzi di età maggiore, in alcuni casi solo sedicenti minorenni.
Anche nella fase di cosiddetta seconda accoglienza, pressoché nessun minore viene accolto in un ambiente di tipo familiare che, oltre che più idoneo, risulterebbe più rispondente alla norma italiana che prevede, appunto, prioritariamente l’accoglienza dei minori in famiglia e solo in via residuale l’accoglienza in strutture, norma comunemente ignorata nell’accoglienza in particolare dei MSNA.
Il progetto è dunque un’azione fortemente innovativa di risposta all’emergenza dei Minori Stranieri Non Accompagnati, i quali potranno essere individuati e segnalati sia dalle comunità di primissima accoglienza, sia dalle comunità di seconda accoglienza, anche SAI.
Il progetto concorre ad un processo di deistituzionalizzazione del sistema di accoglienza dei minori, ponendo al centro la costruzione di vita del minore.
TITOLO DEL PROGETTO
SAI MSNA CASA FO.CO. MAZARA
OBIETTIVI
L'obiettivo principale è far sì che le persone accolte diventino autonome e indipendenti dal bisogno di assistenza. Questo approccio si applica a tutti, inclusi adulti, minori non accompagnati, famiglie e individui vulnerabili. Nonostante le differenze, i servizi devono essere garantiti in modo uguale per tutti, rispettando le caratteristiche di ciascuna persona. Nel Sistema di Accoglienza, le persone accolte, sia adulti che minori, devono essere al centro, attive nel proprio percorso di accoglienza e inclusione sociale, anziché solo destinatarie di aiuti.
ATTIVITA'
Il processo di empowerment, sia individuale che organizzato, consente alle persone di potenziare le proprie capacità decisionali e di progettazione, riprendendo
consapevolezza del proprio valore, delle potenzialità e delle opportunità. Per i minori stranieri non accompagnati (MSNA), tale conquista delle proprie capacità è spesso
una sfida a causa della giovane età in cui intraprendono il percorso migratorio. All'interno del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI), si parla di accoglienza "integrata", in cui gli interventi materiali di base, come vitto e alloggio, sono integrati con servizi volti a promuovere l'autonomia e l'inclusione nel contesto di accoglienza. I servizi offerti nei progetti territoriali del SAI sono suddivisi in nove diverse aree, tutte di pari importanza nell'effettiva implementazione degli interventi di accoglienza.
Queste aree includono:
La complessità del percorso di accoglienza e inclusione sociale richiede un approccio olistico che tenga conto dei diritti, doveri, aspettative, caratteristiche personali, storia e contesto culturale del singolo minore. Gli operatori devono adottare una posizione di ascolto per identificare e soddisfare bisogni eterogenei, soprattutto in caso di minori con particolari vulnerabilità o bisogni specifici.
La filosofia educativa della cooperativa Fo.Co. si focalizza sull'individuo come entità
unica, personalizzando l'approccio in base alla sua identità e progetto di vita. I progetti educativi sono mirati esclusivamente all'educazione di singoli individui, evitando
approcci generici di gruppo.
Il Progetto Educativo Individualizzato (PEI) si articola in tre principali aree:
Area personale: comprende la cura del corpo, la percezione degli spazi privati, la salute psico-fisica, la gestione delle emozioni e la vita spirituale.
Area funzionale: coinvolge l'acquisizione di autonomia nei processi di
regolarizzazione, i rapporti con istituzioni e territorio, le aspettative future, i percorsi di formazione e l'avviamento al lavoro.
Area sociale: riguarda le relazioni con pari italiani e connazionali, adulti,
rapporti di genere, condivisione di spazi e oggetti comuni, partecipazione ad attività sociali, sportive, ludiche e artistiche, nonché la creazione di reti sociali.
Il PEI, redatto e aggiornato in collaborazione con il minore, è un documento obbligatorio in tutti i progetti di accoglienza/educazione della cooperativa. La sua redazione avviene entro un mese dall'accoglienza, coinvolgendo l'osservazione e la conoscenza del minore. Durante le riunioni di equipe, il PEI viene condiviso, permettendo al ragazzo di comprendere il suo ruolo nel proprio cambiamento e di individuare aree di miglioramento.
La redazione del PEI considera il contesto di provenienza del minore e la relazione con la famiglia di origine o affidataria. La collaborazione e la condivisione degli obiettivi e delle attività sono richieste sia alla famiglia di origine che a quella affidataria, se
presente. Il diciottesimo anno di età non implica automaticamente il passaggio al
Piano di Autonomia Individualizzato (PAI), ma tale transizione è consigliata in caso di cambiamenti strutturali, come il passaggio da una struttura per minori a una
comunità per neomaggiorenni o adulti. Il PEI è redatto dal minore con il supporto del suo educatore di riferimento.
DESTINATARI
Posti MSNA strutture Fo.Co.: 12/32
Posti neomaggiorenni strutture Fo.Co.: 8/18
NUMERO BENEFICIARI ACCOLTI
NUMERO DI PROGETTO
1142
DATA DI ATTUAZIONE
Data inizio: 2017
Data fine: in corso
RUOLO NEL PROGETTO
Partner
RESPONSABILE DI PROGETTO
Angelica Pastore
CONTATTI
angelicapastore@coopfoco.org
ISTITUZIONE FINANZIATRICE
Ente finanziatore: Ministero dell'Interno
Programma: Sistema SAI
PARTNER
Consorzio Hera
Cooperativa Sociale Onlus Impegno 2000
Cooperativa Sociale Onlus Approdo
Casa della Comunità Speranza
Cooperativa Sociale Onlus Solidarietà e Azione